
Janelle Monae vs Grace Jones vs Prince
Due mostri sacri e una potenza a confronto.
Non avrei nulla da dire, basterebbero il secondo e il terzo nome per richiamare alla vostra mente immagini e suoni di una valenza indiscussa. Il primo nome invece si sta facendo strada con prepotenza nel panorama musicale del new funky e del pop, da qualche tempo.
Ma non si può rimanere in silenzio, si è ricordato Prince il 21 aprile, per l’anniversario di due anni dalla morte; Grace Jones il 19 maggio ha compiuto 70 anni e beh Janelle Monae raccoglie l’eredità di Prince con coraggio e rispetto.
Cos’hanno in comune questi tre artisti? Janelle Monae, questo nuovo fenomeno della musica pop internazionale, è il filo conduttore che avvicina gli altri due. L’amicizia e la collaborazione professionale tra lei e Prince è più che nota, se poi ascoltate l’ultimo brano della giovane cantante, sentirete quanto l’influenza del principe di Minneapolis si possa percepire in ogni nota del ritornello. https://www.youtube.com/watch?v=tGRzz0oqgUE
Ed oltre a quello che potete percepire voi, la Monae è stata più volte nei live insieme a Prince, che amava attorniarsi di artisti di un certo calibro, e ha chiesto l’aiuto del signore del pop & funky per la creazione del suo ultimo album. Essere ad un live con Prince ed essere scelta da lui, come giovane promessa da spingere, è un dono prezioso… se Prince trova che tu sia di valore, la strada verso il successo non sarà poi così difficile!
Prince era un artista poliedrico ed eccelso: non tanto, o comunque non solo, principe del pop, quanto direi principe del funky, erede di una lunga tradizione di artisti che fanno capo alla stella indiscussa di James Brown. Il principe di Minneapolis aveva un gusto sopraffino e la capacità di mixare generi musicali diversi, per creare gioielli. Io rimango ancora più affascinata dalla sua bravura quando ascolto i suoi live, provate a guardare questo, se non l’avete ancora visto. https://www.youtube.com/watch?v=Naj7oxbQYtw
Se non bastassero la sua voce e le sue doti di compositore, si aggiungono le sue capacità di chitarrista e il suo fare istrionico, tremendamente affascinante, a renderlo ancora più magico. Sicuramente, come Michael Jackson, George Michael e Whitney Houston prima di lui, possiamo dire che la musica pop internazionale negli ultimi tempi ha perso i suoi massimi esponenti.
Io sono colpevole di averlo scoperto tardi, proprio perché la sua vena funky, per me meno affascinante negli anni della gioventù, non me l’ha fatto apprezzare a dovere. Per fortuna si cresce e si impara a riconoscere il valore delle cose più raffinate e meno commerciali. La sua opera è stata davvero varia ed ha attraversato diversi generi musicali, quali quelli provenienti dalla cultura afroamericana, di cui lui era parte: funk, soul, r’n’b; e quelli più tipici della cultura bianca come il pop e il rock. La commistione dei vari generi ha dato vita ad uno stile del tutto personale e particolarmente originale, con il quale Prince ha attraversato più di due decenni, imponendosi in molte occasioni come innovatore e precursore dei tempi.
Dall’altra parte Grace Jones: nessun’artista internazionale forse tanto trasformista ed eclettica come lei! Un mito della musica fin dagli anni ‘70, ha frequentato i più grandi artisti del panorama musicale e artistico, ha fatto parte del gruppo dello Studio 54, è un’icona lgbt, è stata una cantante raffinata e un’attrice di qualità.
Una splendida donna, dalla bellezza fortemente androgina, che le ha permesso dapprima di sfondare nel mondo della moda e poi di diventare un personaggio di spicco dello spettacolo.
Non era solo un’icona per il suo aspetto e il suo atteggiamento, aveva una voce meravigliosa, potente, elegante e aveva doti interpretative da cantante di primo livello. La sua produzione non è stata poi così elevata e quasi ci dispiace perché, con un timbro vocale del genere, avrebbe sicuramente potuto fare ancora molto, ma forse se avesse fatto di più sarebbe entrata in un sistema che l’avrebbe risucchiata, spremuta e quindi rovinata, come con tanti altri. Lei era una vera outsider e quindi una che fa tendenza.
La Monae può ricordare la Jones per i suoi tratti androgini, per la sua aria provocatoria, per come gioca con l’ambiguità sessuale e per la cura che mette nel creare un proprio stile. Veste in modo stravagante, le sue canzoni hanno un sound ricercato e curato e persino le copertine dei dischi sono costruite in modo che il suo personaggio e la sua immagine siano preponderanti, quasi ad imporsi sulla sua musica.
Impossibile non trovare una somiglianza con il modo di porsi della Jones, poi sicuramente ci sarà chi sostiene che una sia meglio dell’altra, ma non è compito mio giudicare, io mi limito a notare un filo conduttore, neanche così voluto forse.
Anche lei ha una voce elegante e pone una certa attenzione nell’interpretazione dei suoi testi, è ammiccante, provocatoria e una bella donna, sicuramente una delle nuove icone lgbt. Prince aveva visto lungo e questo non stupisce, speriamo che lei continui su questa linea e approfondisca sempre di più la sua ricerca nella ambito di una produzione musicale di qualità e all’avanguardia, come faceva il suo mentore e maestro.
La Monae ha ancora tanta strada da fare per raggiungere il livelli della Jones, ma è giovane e deve affrontare un ambiente diverso da quello molto più avventuroso ed aperto alle novità che aveva vissuto la Jones.
Merito di Prince è stato quello di farle conoscere la musica di qualità e un certo grado di eleganza nel produrre brani.
Ci aspettiamo grandi cose da lei, speriamo sappia coniugare bene la qualità della sua musica con il suo trasformismo e lo stile di quello che ormai è quasi un personaggio.